Unione dei cattolici francesi costituitasi nel periodo delle
guerre di religione come filiazione del movimento cattolico, rivoluzionario e
antirealista, in contrapposizione al partito ugonotto. Venne fondata nel 1576
sotto la direzione del duca di Guisa come partito della nobiltà cattolica
e con finalità essenzialmente conservatrici, tendenti soprattutto al
ripristino del feudalesimo medioevale contro il centralismo regio, per
consentire alle province e agli Stati di rientrare in possesso dei loro antichi
privilegi. Gli articoli che trattavano dell'organizzazione della
L.c.
stabilivano che tutti i membri dovevano rimanere strettamente uniti Sotto il
loro capo, In mutua protezione e obbedienza, Senza essere tenuti a riconoscere
nessun'altra autorità. Ogni membro doveva giurare obbedienza a questi
articoli, sotto la minaccia di anatema e dannazione eterna. In molte parti della
Francia aderirono alla
L.c. anche ecclesiastici e rappresentanti del
"terzo stato". Per avere l'appoggio delle masse, si giunse poi ad arruolare
anche il popolo minuto, come aveva già fatto il partito ugonotto. La
forza del nuovo partito si fece presto sentire negli Stati generali, convocati a
Blois nel 1576. La
L.c. manipolò le elezioni, intimidendo i
votanti, e cercando di impedire agli Ugonotti di partecipare alle riunioni
elettorali. Anche nella successiva riunione degli Stati Generali a Blois
nell'ottobre del 1588, la
L.c. riuscì ad ottenere una maggioranza
in tutti e tre gli "stati", conducendo un attacco massiccio contro il governo di
Enrico III, su cui fecero pressioni per condurre a fondo la guerra contro li
Ugonotti. Dopo l'uccisione del duca di Guisa, la situazione sfuggì di
mano alla nobiltà cattolica più conservatrice e la
L.c.
divenne un partito apertamente rivoluzionario, passando sotto il controllo del
"terzo stato", soprattutto a Parigi dove in ciascuno dei sedici quartieri della
città istituì un comitato con compiti di polizia e di controllo
sui funzionari municipali, istituendo un regime di terrore che si estese poi a
tutte le città della Francia dominate dalla
L.c., mentre il potere
effettivo esercitato da Enrico III si ridusse alle città della valle
della Loira. Nell'aprile del 1589, il re si alleò con Enrico di Navarra,
muovendo Su Parigi, ma quando ormai la città sembrava perduta per la
L.c., un frate domenicano pugnalò Enrico III (1 agosto 1589) che,
prima di morire, designò Enrico di Navarra come proprio successore
(Enrico IV), a patto che abbandonasse il protestantesimo e abbracciasse la fede
cattolica. Il nuovo re non venne riconosciuto dalla
L.c. appoggiata dalle
potenze cattoliche, che designò come sovrano il cardinale di Borbone
(Carlo X), prigioniero di Enrico. Iniziava così il lungo assedio di
Parigi, mentre gli aristocratici che facevano parte del Consiglio generale della
Lega cominciavano a considerare con crescente inquietudine la politica
rivoluzionaria e popolare del Consiglio dei sedici, che istituì un
comitato di salute pubblica. La Lega fini così con lo spaccarsi due,
determinando lo sfaldamento del fronte cattolico di cui seppe approfittare
Enrico IV, offrendo denaro, terre e cariche ai comandanti e alle città
cattoliche che gli prestavano obbedienza, riuscendo infine ad entrare a Parigi
(24 marzo 1594), mettendovi al bando per qualche tempo alcuni predicatori
cattolici e i capi della Lega.